Cassazione penale Sez. I sentenza n. 50868 del 8 novembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:50868PEN

Massima

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Il reato associativo e i reati-fine non sono automaticamente in continuazione, essendo necessario che le linee essenziali del reato-fine siano state programmate con sufficiente specificità fin dal momento della costituzione del sodalizio criminoso. La mera identità temporale, dei soggetti e del territorio controllato dall'associazione non è sufficiente a integrare il vincolo della continuazione, occorrendo la prova certa dell'elemento volitivo pregresso e di un effettivo programma criminoso unitario. Il giudice deve quindi valutare con rigore la sussistenza di tali requisiti, senza confondere il rapporto di strumentalità tra reato associativo e reato-fine con l'istituto della continuazione, che richiede una previsione unitaria e specifica originaria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BONITO Francesco M. - Presidente

Dott. SIANI Vincenzo - rel. Consigliere

Dott. VANNUCCI Marco - Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

Dott. CENTOFANTI Francesco - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 28/11/2017 della CORTE ASSISE APPELLO di NAPOLI;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. FIORDALISI DOMENICO.
lette le conclusioni del P.G.;
Il Procuratore Generale, Dott. ROMANO Giulio, chiede il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS) ricorre avverso l'ordinanza della Corte d'assise d'appello di Napoli del 28 novembre 2017, con la quale e' stata rigettata l'istanza di applicazione dell…

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