Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21491 del 31 maggio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:21491PEN

Massima

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Il possesso di un documento di identità falso, anche se non accompagnato dalla condotta di falsificazione, integra comunque il reato di cui all'art. 497-bis, comma 1, c.p., in quanto tale condotta costituisce il presupposto e l'antefatto naturale della falsificazione o del concorso nella stessa di cui al comma 2 della medesima disposizione. La riqualificazione giuridica del fatto da parte del giudice di merito, senza che sia mutato il nucleo essenziale dell'imputazione, non determina una violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza, in quanto l'imputato ha avuto la concreta possibilità di difendersi in ordine all'oggetto dell'imputazione. Ai fini dell'esclusione della punibilità per inidoneità dell'azione, la grossolanità della contraffazione deve essere tale da impedire la stessa eventualità di un inganno, essendo irrilevanti le particolari cognizioni o competenze specifiche di soggetti qualificati o la straordinaria diligenza di alcune persone. La recidiva può essere riconosciuta sulla base di precedenti specifici, anche se prossimi ai fatti per cui si procede, che esprimano una peculiare inclinazione a delinquere dell'imputato. Il divieto di reformatio in pejus non impedisce al giudice di merito di modificare la pena base, purché nel rispetto dei limiti edittali e con adeguata motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. BELMONTE Maria T - rel. Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. FRANCOLINI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
Avverso la SENTENZA del 27/11/2019 della Corte di Appello di GENOVA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere MARIA TERESA BELMONTE;
letta la requisitoria scritta del Procuratore Generale, Tomaso Epidendio, che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata, la Corte di appello di Genova ha parzialmente riformato, riqualificando il fatto sub 3), ai sen…

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