Il pericolo concreto ed attuale di reiterazione del reato, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare personale, può essere desunto dalla modalità della condotta criminosa accertata, dalla continuità dei rapporti illeciti intrattenuti dall'indagato con soggetti dediti al traffico di stupefacenti, nonché dalla sua pregressa condanna per reati specifici, anche se il fatto contestato risale a due anni prima, in quanto tali elementi, adeguatamente motivati dal giudice, sono idonei a fondare una prognosi di probabile ricaduta dell'indagato nella commissione di ulteriori reati, rendendo la sola misura della custodia cautelare in carcere l'unica idonea a limitare alla radice la possibilità di reiterazione della condotta criminosa, anche dal domicilio, in considerazione dell'intensità e attualità delle esigenze cautelari accertate.