Cassazione penale Sez. I sentenza n. 45513 del 30 novembre 2022

ECLI:IT:CASS:2022:45513PEN

Massima

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Il giudice può applicare la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza nei confronti di un soggetto che, pur non avendo redditi leciti, commette abitualmente reati contro il patrimonio e reati che mettono in pericolo la tranquillità e la sicurezza pubblica, dimostrando così di vivere, anche in parte, con i proventi di attività delittuose e di essere socialmente pericoloso. La mancata prova dello svolgimento di un'attività lavorativa da parte dell'interessato, unita alla commissione reiterata di reati contro il patrimonio, consente di ritenere che egli tragga i mezzi di sussistenza dai proventi di tali attività illecite. La pericolosità sociale può essere desunta anche da condanne non definitive, come quella per il delitto di estorsione ai danni della convivente, che dimostra l'attualità della minaccia alla sicurezza pubblica. Ai fini dell'applicazione della misura di prevenzione, non è necessario che i reati che mettono in pericolo la tranquillità e la sicurezza pubblica siano stati commessi con assiduità, essendo sufficiente la loro reiterazione nel tempo, come dimostrato dai carichi pendenti per reati quali violenza privata, ingiurie, atti persecutori, sequestro di persona ed estorsione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIANI Vincenzo - Presidente

Dott. FIORDALISI Domenico - Consigliere

Dott. BIANCHI Michele - Consigliere

Dott. CASA Filippo - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 05/04/2022 della CORTE APPELLO di MESSINA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. GIACOMO ROCCHI;
lette le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che ha chiesto la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il decreto indicato in epigrafe, la Corte di appello di Messina rigettava l'appello proposto da (OMISSIS) avverso quello del Tribunale di Messina che aveva applicato nei suoi confronti la misura …

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