L'amministrazione aggiudicatrice può legittimamente revocare l'aggiudicazione di un appalto pubblico qualora l'aggiudicatario, nonostante i ripetuti solleciti, non si sia presentato per la stipula del contratto né abbia trasmesso la documentazione necessaria, in quanto tale comportamento configura un inadempimento all'obbligo di legge di concludere il contratto, inerente a un servizio pubblico essenziale. In tali casi, l'amministrazione non è tenuta a comunicare l'avvio del procedimento di revoca, in quanto l'aggiudicatario era già a conoscenza della situazione anomala derivante dalla mancata stipulazione del contratto. La necessità sopravvenuta di apportare modifiche progettuali all'appalto, intervenuta successivamente all'aggiudicazione, non è di per sé idonea a configurare uno sviamento di potere da parte dell'amministrazione, né a giustificare il ritardo dell'aggiudicatario nella stipula del contratto, atteso che tale esigenza è sorta a distanza di diversi mesi dall'aggiudicazione stessa. In tali ipotesi, il comportamento inerte e inadempiente dell'aggiudicatario, nonostante i ripetuti solleciti, legittima pienamente l'esercizio del potere di autotutela da parte dell'amministrazione, con la revoca dell'aggiudicazione.