Cassazione penale Sez. III sentenza n. 16034 del 11 aprile 2018

ECLI:IT:CASS:2018:16034PEN

Massima

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Il possesso di sostanze stupefacenti in quantità superiore ai limiti tabellari non determina automaticamente la presunzione di destinazione allo spaccio, dovendo il giudice valutare globalmente le modalità di presentazione e le altre circostanze dell'azione per escludere o affermare la finalità meramente personale della detenzione. Ai fini della configurabilità del reato di detenzione di stupefacenti a fini di spaccio, il superamento dei limiti quantitativi costituisce un elemento indiziario rilevante, che deve essere valutato unitamente ad altri elementi probatori, quali la eterogeneità delle sostanze detenute, l'assenza di lavoro regolare e di capacità economica per l'acquisto di una modesta scorta, la mancata dimostrazione dello stato di tossicodipendenza, il possesso di strumenti atti al frazionamento e alla cessione dello stupefacente. La motivazione della sentenza di condanna per il reato di detenzione di stupefacenti a fini di spaccio non è censurabile in sede di legittimità se risulta logica e coerente rispetto agli elementi di prova rappresentati e valutati dal giudice di merito, senza che sia possibile una rilettura autonoma degli stessi o l'adozione di diversi parametri di ricostruzione e valutazione dei fatti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ANDREAZZA Gastone - Presidente

Dott. DI STASI Antonella - Consigliere

Dott. REYNAUD Gianni F. - Consigliere

Dott. CIRIELLO Antonella - Consigliere

Dott. ZUNICA Fabi - Rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 15/03/2017 della Corte di appello di Lecce;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione' svolta dal consigliere Dott. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ((omissis)), che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.

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