Cassazione penale Sez. I sentenza n. 21053 del 4 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:21053PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La misura cautelare della custodia in carcere può essere legittimamente applicata quando sussistono gravi indizi di colpevolezza a carico dell'indagato, desumibili da elementi probatori oggettivi e coerenti, come le dichiarazioni testimoniali e gli esiti dell'esame autoptico, che escludano la plausibilità della versione difensiva incentrata sull'esimente della legittima difesa. Inoltre, la sussistenza di elevate esigenze cautelari, quali la gravità del fatto, i precedenti penali dell'indagato e il concreto pericolo di reiterazione del reato, giustifica l'adozione della misura cautelare più afflittiva, in applicazione della presunzione di adeguatezza della custodia in carcere prevista dalla legge per i reati più gravi, salvo che l'indagato non riesca a provare la completa insussistenza di ogni esigenza cautelare a suo carico. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione degli elementi indiziari e delle esigenze cautelari, sindacabile in sede di legittimità solo per vizi logici o contraddittorietà della motivazione, senza che la Corte di Cassazione possa riesaminare nel merito gli elementi di fatto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. DI TOMASSI Maria Stefani - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - rel. Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) PU. SA. , (Ndr: testo originale non comprensibile);

avverso l'ordinanza N. 1605/2009 Trib. Liberta' di Catania;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dr. CAPOZZI Raffaele;

sentite le conclusioni del Dr. Geraci Vincenzo, che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

uditi i difensori avv.ti MARINO Pietro e CATANIA Gianna Ignazia, che hanno chiesto l'accoglimento del r…

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