Il potere di autotutela della pubblica amministrazione, pur essendo uno strumento eccezionale per rimuovere atti illegittimi, deve essere esercitato nel rispetto di precisi limiti e garanzie procedimentali. In particolare, l'amministrazione è tenuta a motivare adeguatamente il provvedimento di autotutela, esplicitando le ragioni che giustificano la nuova determinazione amministrativa e operando un bilanciamento tra l'interesse pubblico all'esercizio del potere e l'affidamento del privato nella conservazione dell'atto rimosso, specie quando quest'ultimo abbia già realizzato in buona fede gli interventi autorizzati. Inoltre, l'esercizio del potere di autotutela non può prescindere dal rispetto dei principi di tempestività e di ragionevolezza, non essendo ammissibile che l'amministrazione intervenga a distanza di oltre venti mesi dal perfezionamento dell'atto, senza addurre alcuna giustificazione in ordine all'interesse pubblico sotteso all'esercizio del potere. Pertanto, il provvedimento di autotutela che non rispetti tali presupposti e garanzie procedimentali è da ritenersi illegittimo e, conseguentemente, l'eventuale ordinanza di demolizione delle opere realizzate in forza dell'atto rimosso è anch'essa illegittima e deve essere annullata.