Tribunale Amministrativo Regionale Lombardia - Milano sentenza n. 1463 del 2017

ECLI:IT:TARMI:2017:1463SENT

Massima

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La natura precaria di un manufatto edilizio, ai fini della sua esclusione dal preventivo rilascio del permesso di costruire, non dipende dalla temporaneità della destinazione soggettivamente data all'opera dall'utilizzatore, né dalla facilità della sua rimozione, ma deve ricollegarsi all'intrinseca destinazione materiale dell'opera ad un uso realmente precario e temporaneo per fini specifici, contingenti e limitati nel tempo, con conseguente possibilità di successiva e sollecita eliminazione. Pertanto, il carattere di provvisorietà di una costruzione edilizia deve essere riferito all'uso realmente precario e temporaneo della stessa per fini specifici e cronologicamente delimitati, sicché la precarietà dell'opera va esclusa quando si tratti di una costruzione destinata a dare un'utilità prolungata nel tempo, indipendentemente dalla facilità della sua rimozione. In tali casi, il mancato rispetto del termine di rimozione dell'opera precaria autorizzata integra un'ipotesi di illegittimità sopravvenuta, che non retroagisce al momento dell'installazione, e legittima il diniego di condono edilizio, non potendosi in tal modo rendere durevole un'installazione di natura meramente provvisoria, in contrasto con la funzione del condono. Inoltre, il provvedimento di diniego di condono edilizio costituisce espressione di un potere vincolato rispetto ai presupposti normativi richiesti, per cui il suo contenuto non avrebbe potuto essere diverso da quello adottato in difetto della tassativa condizione prevista dalla legge.

Sentenza completa

Pubblicato il 30/06/2017

N. 01463/2017 REG.PROV.COLL.

N. 05290/2004 REG.RIC.

N. 00938/2006 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia

(Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 5290 del 2004, proposto da:
Town House s.r.l., rappresentata e difesa dall'avvocato Stefania Galbiati, con domicilio eletto presso il suo studio in Milano, Largo Settimio Severo, 2

contro

Comune di Milano, in persona del Sindaco
pro tempore
, rappresentato e difeso dagli avvocati Paola Cozzi, Antonello Mandarano, Alessandra Montagnani Amendolea, Maria Lodovica Bognetti, Elena Maria Ferradini e Anna Maria Pavin, domiciliato in Milano, Via della Guastalla, 6

sul ricorso numero di registro generale 938 del 2006, proposto da:
Town House s.r.l., rappresen…

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