Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8028 del 20 febbraio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:8028PEN

Massima

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Il reiterato e massiccio invio di messaggi, anche in orari notturni, da parte di un soggetto nei confronti di un altro, anche in assenza di contenuti minacciosi o aggressivi, può integrare il delitto di atti persecutori di cui all'art. 612-bis c.p. qualora tale condotta sia idonea a cagionare nella vittima un perdurante e grave stato di ansia e di paura per la propria incolumità, tale da indurla a modificare le proprie abitudini di vita. Ciò in quanto il reiterato invio di messaggi, anche in assenza di un'immediata interazione tra mittente e destinatario, può comunque ingenerare nella vittima un fondato timore circa le reali intenzioni del mittente, soprattutto ove quest'ultimo sia affetto da gravi problemi psicologici e abbia interrotto in modo non sereno un precedente rapporto professionale con la persona offesa. Inoltre, il fatto che la vittima possa non leggere il contenuto dei messaggi non esclude la rilevanza penale della condotta, in quanto la sola consapevolezza del loro martellante invio può aumentare il disagio e l'inquietudine della persona offesa. Infine, l'elemento soggettivo del delitto di atti persecutori può ritenersi integrato anche quando il soggetto agente, pur non avendo una volontà diretta a cagionare un danno, perseveri nella propria condotta nonostante la consapevolezza della sua gravità, come dimostrato dal fatto che, a seguito di un intervento delle autorità, egli abbia promesso di evitare in futuro qualsiasi contatto con la vittima.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NAPPI Aniello - Presidente

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - rel. Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 17/06/2015 della CORTE APPELLO di TRENTO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 14/12/2016, la relazione svolta dal Consigliere Dr. ANDREA FIDANZIA;
Il Procuratore Generale della Corte di Cassazione, Dott.ssa Maria Francesca Loy, ha concluso per la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza emessa in data …

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