Cassazione penale Sez. II sentenza n. 31303 del 1 agosto 2012

ECLI:IT:CASS:2012:31303PEN

Massima

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Il concorso di persone nel reato si configura quando il compartecipe, pur non avendo materialmente commesso il fatto più grave, ne ha previsto e accettato il rischio di commissione, ovvero quando, pur non avendolo previsto, avrebbe potuto rappresentarselo come sviluppo logicamente prevedibile dell'azione concordata, facendo uso della dovuta diligenza in relazione a tutte le circostanze del caso concreto. Il giudizio di comparazione tra circostanze attenuanti e aggravanti rientra nella discrezionalità del giudice di merito, il quale deve motivare in modo adeguato la soluzione dell'equivalenza, ritenendola la più idonea a realizzare l'adeguatezza della pena irrogata in concreto. La graduazione della pena, così come la determinazione della pena base, rientra nella discrezionalità del giudice di merito, il quale la esercita in aderenza ai principi enunciati negli articoli 132 e 133 c.p., sicché è inammissibile la censura che, nel giudizio di cassazione, miri ad una nuova valutazione della congruità della pena, purché la decisione sia congruamente motivata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. D'ARRIGO Cosimo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1528 emessa in data 8 marzo 2011 dalla Corte d'Appello di Roma;

Sentita la relazione svolta in pubblica udienza dal Consigliere Dott. ((omissis));

udito il P.M., in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' dei ricorsi;

sentito l'avv. (O…

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