Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha stabilito che il provvedimento di demolizione emesso dal Comune di Alpignano nei confronti di opere realizzate in parziale difformità dalla concessione edilizia n. 94/064 del 30/09/1994 è legittimo, in quanto l'oggetto della contestazione formulata dall'amministrazione non riguarda la violazione delle distanze legali, ma la difformità tra quanto eseguito dai destinatari del provvedimento e quanto autorizzato con il predetto titolo edilizio. Il Giudice di appello ha ritenuto inammissibile il ricorso proposto dalla confinante, in quanto essa non ha contestato la sentenza di primo grado nella parte in cui ha affermato che l'ordinanza di demolizione non era fondata sulla violazione delle distanze legali, ma sulla difformità rispetto alla concessione edilizia. Pertanto, l'appellante non può ora contestare la legittimità del titolo edilizio, essendo precluso l'esame di tale profilo. La massima giuridica che si può trarre dalla sentenza è la seguente: L'ordinanza di demolizione emessa da un'amministrazione comunale per opere realizzate in parziale difformità da un titolo edilizio precedentemente rilasciato è legittima, qualora l'oggetto della contestazione non riguardi la violazione delle distanze legali, ma la difformità tra quanto eseguito e quanto autorizzato dal titolo abilitativo. Tale profilo non può essere contestato per la prima volta in sede di impugnazione della predetta ordinanza, essendo precluso l'esame della legittimità del titolo edilizio originario.