Cassazione penale Sez. I sentenza n. 20352 del 15 maggio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:20352PEN

Massima

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Il giudice, ai fini dell'emissione di una misura cautelare personale, può ritenere sussistenti i gravi indizi di colpevolezza di cui all'art. 273 c.p.p. sulla base di elementi a carico, di natura logica o rappresentativa, che, pur non valendo a provare oltre ogni ragionevole dubbio la responsabilità dell'indagato, consentono di prevedere che, attraverso il prosieguo delle indagini, saranno idonei a dimostrare tale responsabilità, fondando nel frattempo una qualificata probabilità di colpevolezza. In particolare, la chiamata in reità di un collaboratore di giustizia, se intrinsecamente attendibile e corroborata da riscontri estrinseci individualizzanti, integra i gravi indizi di colpevolezza, ferma restando la diversità dell'oggetto della delibazione cautelare, preordinata a un giudizio prognostico in termini di ragionevole e alta probabilità di colpevolezza del chiamato, rispetto a quella di merito, orientata invece all'acquisizione della certezza processuale in ordine alla colpevolezza dell'imputato. Inoltre, le dichiarazioni rese dalla vittima o dai suoi familiari nell'immediatezza dell'omicidio, che indichino in modo nitido e sovrapponibile le vicende che precedettero i fatti di causa e la causale dell'omicidio stesso, assumono rilevanza indiziaria, in quanto apprezzabilmente accertate. Infine, la precedente archiviazione di un procedimento non può essere valorizzata dalla difesa, in quanto non può considerare la chiamata in reità non ancora acquisita.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. CAIAZZO ((omissis)) - Consigliere

Dott. BONITO Francesco - rel. Consigliere

Dott. SANDRINI Enrico G. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 834/2013 TRIB. LIBERTA' di LECCE, del 05/11/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO MARIA SILVIO BONITO;

sentite le conclusioni del PG Dott. D'ANGELO Giovanni il quale ha chiesto il rigetto del ricorso.

Udito il difensore Avv. (OMISSIS).

La Corte:

RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO

1. Con ordinanza del 5 novembre 2013 il Tribunale di Lecc…

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