Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 50794 del 16 dicembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:50794PEN

Massima

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Il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni (art. 393 c.p.) si configura quando l'agente, al fine di farsi giustizia da sé, impedisce con minacce o violenza l'esercizio di un diritto altrui, anche se tale diritto è contestato, senza ricorrere agli strumenti giurisdizionali previsti dall'ordinamento. Pertanto, il proprietario di un fondo che, per impedire l'accesso a terzi sulla sua proprietà, brandisce un oggetto minacciando di ucciderli, commette il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, a prescindere dall'effettiva sussistenza di una servitù di passaggio in capo ai soggetti impediti, essendo sufficiente l'esistenza di una controversia attuale tra le parti. La condotta minatoria, anche in assenza di violenza fisica, integra l'elemento oggettivo del reato, non essendo necessario l'uso della violenza alle persone. Inoltre, la mancata richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) nel giudizio di appello, preclude al giudice di legittimità di valutarne la sussistenza, non essendo tale valutazione doverosa d'ufficio. Infine, il giudice di appello, nel ribaltare la sentenza assolutoria di primo grado, non è tenuto a rinnovare l'istruttoria dibattimentale quando il contrasto verta non sul contenuto probatorio, ma sulla sua qualificazione giuridica, come nel caso in cui il primo giudice abbia escluso la sussistenza di un elemento costitutivo del reato contestato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. TRONCI Andrea - rel. Consigliere

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 04/02/2019 della CORTE d'APPELLO di ROMA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. TRONCI Andrea;
sentito il P.M., in persona del Sost. Proc. Gen. Dott.ssa CARDIA Delia, che ha concluso per l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata;
sentito il difensore, avv. (OMISSIS), che ha insistito per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. …

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