Cassazione penale Sez. V sentenza n. 41664 del 25 ottobre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:41664PEN

Massima

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La falsità materiale in atto pubblico commessa da privati, ai sensi degli artt. 476 e 482 c.p., richiede la prova certa e univoca della condotta di falsificazione materiale dell'atto, non essendo sufficiente la mera dimostrazione di eventi successivi, anche se logicamente compatibili con l'ipotesi di falsificazione, quali il mancato incasso della somma indicata nell'atto o il vantaggio conseguito dal privato mediante l'utilizzo dell'atto falso. Il giudice è tenuto a motivare adeguatamente, con un percorso logico rigoroso, l'attribuzione della condotta di falsificazione all'imputato, non potendo desumere tale elemento costitutivo del reato da meri indizi o circostanze equivoche. La prova della falsificazione deve essere raggiunta nel processo con il grado di certezza richiesto dall'art. 192 c.p.p., senza che possano residuare ragionevoli dubbi sulla effettiva commissione del fatto da parte dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZECCA Gaetanino - Presidente

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - rel. Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 3709/2010 CORTE APPELLO di PALERMO, del 20/07/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 20/09/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIA VESSICHELLI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Mazzotta Gabriele che ha concluso per l'inammissibilita'.

FATTO E DIRITTO

Propone ricorso per ca…

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