Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 21164 del 15 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:21164PEN

Massima

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Il maltrattamento familiare integra il reato di cui all'art. 572 c.p. quando ricorre un effettivo stato di soggezione e inferiorità psicologica della vittima, anche se protrattosi per lungo tempo e nonostante la successiva ripresa della convivenza, purché caratterizzato dall'abitualità dei comportamenti vessatori e dal dolo unitario. Il diniego delle circostanze attenuanti generiche può essere legittimamente motivato sulla base della gravità dei fatti e della condotta precedente dell'imputato, senza che rilevi la mera assenza di precedenti specifici. La determinazione della pena, nel rispetto dei criteri di cui agli artt. 132 e 133 c.p., deve essere adeguatamente motivata in relazione alle peculiarità del caso concreto, tenendo conto della natura e della gravità del reato, della personalità dell'imputato e di ogni altra circostanza giudiziale rilevante.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. MOGINI Stefano - rel. Consigliere

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 12/10/2018 della CORTE APPELLO di TORINO visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. STEFANO MOGINI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. FODARONI MARIA GIUSEPPINA, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS) ricorre per mezzo del suo difensore di fid…

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