Cassazione penale Sez. I sentenza n. 7346 del 15 febbraio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:7346PEN

Massima

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Il reato continuato può essere riconosciuto quando, pur in presenza di una pluralità di condotte illecite, sussiste un'unità di disegno criminoso, apprezzabile sulla base di elementi quali la distanza cronologica tra i fatti, le modalità della condotta, la tipologia dei reati, il bene tutelato, l'omogeneità delle violazioni, la causale, le condizioni di tempo e di luogo. È sufficiente la constatazione di alcuni soltanto di tali elementi, purché significativi, per affermare l'esistenza di un programma criminoso unitario e preordinato. Il giudice dell'esecuzione, pertanto, nel valutare la richiesta di applicazione della continuazione, deve esaminare analiticamente il contesto oggettivo e soggettivo in cui si sono realizzate le condotte illecite, senza limitarsi a considerazioni meramente assertive sulla reiterazione dei reati, che può essere espressione di una tendenza a delinquere piuttosto che di un disegno criminoso unitario. Solo attraverso un'attenta disamina degli elementi processuali rilevanti è possibile accertare se le diverse condotte delittuose siano espressione di un medesimo programma criminoso, tale da giustificare l'applicazione dell'istituto della continuazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Presidente

Dott. NOVIK ((omissis)) - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - rel. Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1) (OMISSIS), nato l'(OMISSIS);
Avverso l'ordinanza n. 556/2014 del 09/04/2014 emessa dalla Corte di appello di Napoli;
Sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));
Lette le conclusioni del Procuratore generale, in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RILEVATO IN FATTO
1. Con l'ordinanza in epigrafe la Corte di appello di Napoli, quale giudice dell'esecuzione, rigettav…

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