Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13788 del 10 aprile 2002

ECLI:IT:CASS:2002:13788PEN

Massima

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Il sequestro di beni disposto ai sensi dell'art. 2-ter della legge n. 575 del 1965 nei confronti di indiziati di appartenenza ad associazioni di tipo mafioso ha natura strumentale e provvisoria, non incidendo definitivamente sulle situazioni giuridiche interessate e trovando ulteriore salvaguardia nei meccanismi temporali di verifica previsti dalla legge. Pertanto, avverso tale provvedimento cautelare non è ammissibile l'incidente di esecuzione, in quanto manca il presupposto tecnico-giuridico di un titolo esecutivo da riesaminare o verificare nei suoi estremi. Tale rimedio, infatti, condurrebbe ad eludere il principio generale di tassatività delle impugnazioni, in considerazione della natura strumentale e provvisoria del sequestro e delle caratteristiche della fase procedimentale, connotata da incisive decadenze.

Sentenza completa

SVOLGIMENTO DEL PROCEDIMENTO
Con ordinanza del 20.6.2001 il Tribunale di Salerno dichiarava inammissibile il ricorso per incidente d'esecuzione, proposto da F. B. e S. Patrizia avverso il decreto di sequestro, emesso dallo stesso Tribunale, ai sensi dell'art. 2 ter legge 31.5.1965 n. 575, nei confronti dei medesimi F. (persona proposta per l'applicazione di misura di prevenzione personale e patrimoniale) e S. (convivente del primo e formale titolare di una parte dei beni).
Avverso la predetta ordinanza il F. e la S. proponevano, per mezzo del difensore, ricorso per cassazione, denunziando: 1) inosservanza ed erronea applicazione dell'art. 2 ter legge 575/1965 (nella specie, in applicazione delle norme del giudice di rito, era possibile esperire il rimedio dell'incidente d'esecuzione, per sollecitare una riconsiderazione della misura patrimoniale provvisoria); 2) manifesta illogicità della motivazione (la gravata ordinanza difettava d'ogni ne…

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