Il permesso di costruire è necessario per la realizzazione di opere edilizie che comportano un incremento della volumetria e della superficie di un immobile, anche se tali opere vengono realizzate in ampliamento di un edificio esistente. Il concetto di pertinenza in ambito urbanistico ed edilizio è più ristretto rispetto alla nozione civilistica, richiedendo che il manufatto sia preordinato a un'oggettiva esigenza dell'edificio principale, funzionalmente inserito al suo servizio, privo di autonomo valore di mercato e con volume modesto rispetto all'edificio principale, in modo da evitare incidenze sul carico urbanistico. Pertanto, la realizzazione di un ambiente in muratura e alluminio anodizzato, con copertura in lamiere coibentate, che determina un incremento di superficie di 13 mq. e di volume pari a 39 mc., non può essere qualificata come pertinenza o volume tecnico, essendo necessario il rilascio del permesso di costruire. L'ordine di demolizione di opere edilizie abusive non richiede una specifica motivazione in ordine alla sussistenza di un interesse pubblico concreto e attuale al ripristino della legalità violata, in quanto l'adozione di tale provvedimento non rientra nel genus dell'autotutela decisoria. Inoltre, il decorso del tempo non può incidere sull'ineludibile doverosità degli atti volti a perseguire l'illecito attraverso l'adozione della relativa sanzione, né può radicare un legittimo affidamento in capo ai proprietari dell'abuso, in assenza di un provvedimento amministrativo favorevole sulla cui base siano state realizzate le opere in questione. Infine, il rigetto della domanda di permesso di costruire in sanatoria è legittimo qualora le opere abusive siano state realizzate in zone urbanistiche vincolate alla conservazione dei volumi esistenti, non risultando soddisfatto il requisito della c.d. doppia conformità.