La Corte di Cassazione, nel rigettare i ricorsi proposti dagli imputati, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. La legittima difesa, anche nella forma putativa, non è configurabile quando l'agente ha la possibilità di allontanarsi dall'aggressore senza pregiudizio e senza disonore, e la sua reazione non è proporzionata all'offesa. La valutazione della sussistenza dei requisiti della legittima difesa deve essere effettuata in concreto, sulla base di tutti gli elementi probatori acquisiti, senza dare prevalenza alla sola prospettazione soggettiva dell'imputato. 2. L'eccesso colposo nella legittima difesa non è configurabile in assenza dei presupposti della scriminante, in quanto la norma di cui all'art. 55 c.p. postula il collegamento tra eccesso colposo e situazioni scriminanti. 3. Il dolo diretto all'uccisione può essere desunto dalla modalità dell'azione, come l'aver esploso più colpi di arma da fuoco a distanza ravvicinata contro la vittima, anche in assenza di una premeditazione o di una particolare intensità del dolo. 4. Il concorso anomalo è configurabile quando l'evento più grave, non voluto dal compartecipe, costituisca uno sviluppo logicamente prevedibile della condotta concordata, secondo le regole di ordinaria coerenza dello svolgersi dei fatti umani, senza che sia intervenuto un fattore eccezionale ed imprevedibile. 5. La circostanza attenuante della provocazione non è applicabile quando la sproporzione tra il fatto ingiusto altrui e la reazione dell'agente sia talmente grave da escludere lo stato d'ira e rivelare che altri sentimenti, come la vendetta o il desiderio di sopraffazione, siano alla base del gesto criminoso.