Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 42949 del 18 ottobre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:42949PEN

Massima

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Il metodo mafioso, ai fini dell'applicazione dell'aggravante di cui all'art. 7 della L. n. 203 del 1991, può essere ravvisato anche in assenza della dimostrazione dell'esistenza di un'associazione per delinquere di tipo mafioso, essendo sufficiente che la violenza o la minaccia richiamino alla mente e alla sensibilità del soggetto passivo la forza intimidatrice tipicamente mafiosa del vincolo associativo. Pertanto, l'aggravante è configurabile quando le minacce pronunciate, anche se non esplicite, evochino il potere intimidatorio e la capacità di condizionamento tipici delle organizzazioni criminali di stampo mafioso, a prescindere dalla prova della formale appartenenza degli imputati a tali associazioni. Il diniego delle circostanze attenuanti generiche può essere adeguatamente motivato facendo riferimento all'arroganza dimostrata dagli imputati e ai loro precedenti penali, senza che sia necessario un'analitica valutazione di tutti gli elementi favorevoli e sfavorevoli, essendo sufficiente il richiamo a quelli ritenuti decisivi o comunque rilevanti. Infine, l'inammissibilità del ricorso per cassazione preclude ogni possibilità di far valere o rilevare d'ufficio l'estinzione del reato per prescrizione maturata dopo la pronuncia della sentenza di appello.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MOGINI Stefano - Presidente

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. AMOROSO Riccardo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 13/12/2018 della Corte di appello di Catanzaro;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Amoroso Riccardo;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Orsi Luigi, che ha concluso per l'inammissibilita' dei ricorsi.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento in e…

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