Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2923 del 22 gennaio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:2923PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Gli agenti di polizia penitenziaria, nell'esercizio delle loro funzioni, sono tenuti a rispettare i limiti imposti dalla legge nell'adozione di misure restrittive e coercitive nei confronti dei detenuti. L'adempimento di un dovere d'ufficio non può giustificare l'uso di violenza e di trattamenti non consentiti, anche qualora l'agente ritenga erroneamente sussistenti i presupposti di fatto per l'adozione di tali misure. Il giudice è tenuto a verificare attentamente la dinamica effettiva dei fatti, senza limitarsi a un confronto tra le diverse ricostruzioni fornite dagli operatori, ma valutando con rigore critico l'intero quadro probatorio, anche al fine di accertare l'eventuale sussistenza di responsabilità penali. La motivazione della sentenza deve dare conto in modo esaustivo di tale verifica, senza omettere o travisare elementi di prova decisivi, pena l'annullamento della pronuncia per vizio della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giulian - Presidente

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. VESSICHELLI M. - rel. Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI TRENTO;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1855/2012 GIP TRIBUNALE di TRENTO, del 26/04/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIA VESSICHELLI;

lette le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), annullamento con rinvio.

FATTO E DIRITTO

Propone ricorso per cassazione il Procuratore della Repubblica presso il Tr…

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