Anche dopo le pronuncie della corte costituzionale di parziale illegittimità degli artt. 23 e 195 cod. proc. pen., la parte civile non è legittimata - ad eccezione del caso previsto dall'art. 382 cod. proc. pen. - a proporre ricorso per cassazione contro le sentenze istruttorie di proscioglimento dell'imputato con qualsiasi formula. Invero, tali pronuncie - a differenza di quelle emesse a seguito di dibattimento, che hanno autorità di cosa giudicata ai sensi e per gli effetti degli artt. 27 e 28 stesso codice - non determinano alcuna preclusione all'esercizio dell'azione civile o amministrativa, azioni che possono essere riproposte in sede propria senza alcuna limitazione o pregiudizio quanto all'accertamento dei fatti sui quali dette azioni si fondano. Né la parte civile è titolare di un diritto, da esercitarsi mediante impugnazione, alla prosecuzione dell'azione penale o alla modificazione della formula di proscioglimento, essendo riservati in via esclusiva al pubblico ministero sia il potere d'impulso processuale, ai fini del rinvio a giudizio dell'imputato, sia il diritto all'esatta applicazione della legge penale, per quanto attiene ai capi di contenuto esclusivamente penale della sentenza.