Il rilascio del permesso di costruire in sanatoria, ai sensi dell'art. 22, comma 7, del d.P.R. n. 380/2001, comporta l'applicazione delle sanzioni amministrative previste dall'art. 37 del medesimo decreto, e non l'oblazione di cui all'art. 36, in quanto la scelta del permesso di costruire in luogo della denuncia di inizio attività (D.I.A.) non muta la natura e la qualificazione giuridica dell'intervento edilizio, che rimane comunque ascrivibile alla categoria degli "interventi minori" assentibili mediante D.I.A. Tuttavia, per le opere realizzate in difformità dalle norme urbanistiche e non sanabili, il Comune può irrogare la sanzione pecuniaria di cui all'art. 34, comma 2, del d.P.R. n. 380/2001, qualora accerti l'impossibilità della demolizione senza pregiudizio per la parte dell'immobile realizzata in conformità al titolo edilizio. L'applicazione di tali sanzioni non è in contrasto con il principio di proporzionalità, in quanto la disciplina sanzionatoria prevista dal d.P.R. n. 380/2001 è funzionale a garantire il rispetto della normativa urbanistico-edilizia, senza introdurre irragionevoli disparità di trattamento tra gli interventi eseguiti mediante D.I.A. e quelli realizzati con permesso di costruire.