Cassazione penale Sez. V sentenza n. 10953 del 12 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:10953PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice di merito, nel valutare le risultanze probatorie, gode di un ampio margine di discrezionalità nella ricostruzione e interpretazione dei fatti, purché la motivazione sia intrinsecamente razionale e capace di rappresentare e spiegare l'iter logico seguito. La Corte di Cassazione, in sede di giudizio di legittimità, non può sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito, limitandosi a verificare la correttezza e la congruità della motivazione, senza poter riesaminare autonomamente gli elementi di fatto posti a fondamento della decisione impugnata. Pertanto, le censure che si limitano a offrire una lettura alternativa delle risultanze probatorie, senza denunciare specifici vizi logici o giuridici della motivazione, sono inammissibili in Cassazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Consigliere

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) LA. BA. VI. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 11/04/2008 CORTE APPELLO di TRENTO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. PIZZUTI GIUSEPPE;

sentite le conclusioni del P.G. Dott. DI CASOLA Carlo (inammissibilita').

MOTIVI DELLA DECISIONE

Con sentenza dell'11.4.2008 la Corte d'…

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