Cassazione penale Sez. II sentenza n. 43150 del 15 ottobre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:43150PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esaminare il ricorso avverso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, può sindacare la motivazione solo in presenza di vizi di macroscopica evidenza, quali la mancanza o la manifesta illogicità della stessa, senza poter entrare nel merito della valutazione delle prove effettuata dai giudici di merito, i quali hanno il compito di accertare in concreto la sussistenza delle esigenze cautelari, come nel caso di specie in cui sono state adeguatamente motivate le ragioni che giustificano la misura, tra cui la reiterazione delle minacce, la gravità delle stesse e la spavalderia della condotta dell'indagato, tali da rendere probabile il pericolo di reiterazione della condotta criminosa. Pertanto, il ricorso per cassazione avverso l'ordinanza cautelare è inammissibile ove la motivazione non presenti i suddetti vizi di macroscopica evidenza, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della cassa delle ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. LOMBARDO Luigi - rel. Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), n. il (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del Tribunale di Messina del 15.5.2014;

Sentita la relazione del ((omissis));

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale GALASSO Aurelio, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO

1. (OMISSIS) (indagato per plurimi episodi di usura aggravata e di tentata estorsione) ricorre per cassazione - a mezzo del suo difensore - avverso l'ordinan…

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