Cassazione penale Sez. V sentenza n. 32273 del 22 luglio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:32273PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p. richiede la sussistenza di una struttura criminale dotata di una forza di intimidazione derivante dalla condizione di assoggettamento e di omertà che il vincolo associativo è in grado di determinare, tale da condizionare la libertà di iniziativa e di determinazione dei terzi, senza che sia necessario il collegamento attuale con frange di organizzazioni criminali autoctone, essendo sufficiente che le condizioni di assoggettamento e omertà siano eziologicamente collegate alla forza di intimidazione del vincolo associativo. Tuttavia, la mera esistenza di un'associazione a delinquere, anche se caratterizzata da una struttura organizzativa articolata e da una capacità di condizionamento del territorio, non è di per sé sufficiente a integrare il reato di cui all'art. 416-bis c.p., essendo necessario che l'associazione si avvalga della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo per il conseguimento dei propri fini illeciti, condizionando la libertà di iniziativa e di determinazione dei terzi. Pertanto, l'accertamento della natura mafiosa dell'associazione richiede una valutazione complessiva degli elementi probatori, con particolare riguardo alla capacità di intimidazione del sodalizio, alla sua pervasività sul territorio e alla sua attitudine a piegare ai propri interessi la volontà degli operatori economici e degli organi pubblici di controllo, senza che sia necessario il ricorso a gravi atti di violenza, essendo sufficiente che l'associazione si avvalga della propria fama criminale. Inoltre, la circostanza aggravante di cui all'art. 7 della Legge n. 203 del 1991 presuppone che il reato sia stato commesso avvalendosi delle condizioni previste dall'art. 416-bis c.p. o al fine di agevolare l'attività delle associazioni di tipo mafioso, senza che sia necessario il collegamento con frange di organizzazioni criminali autoctone, essendo sufficiente che il reato sia stato commesso con modalità tipiche del metodo mafioso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI Alfredo - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. PALLA S. - rel. Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI LECCE;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 191/2015 TRIB. LIBERTA' di LECCE, del 19/03/2015;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. STEFANO PALLA;

sentite le conclusioni del PG Dott. MAZZOTTA Gabriele di rigetto del ricorso;

udito il difensore avv. (OMISSIS).

FATTO E DIRITTO

Il Procuratore della Repubblica presso la DDA di Lec…

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