In tema di stupefacenti, l'attenuante di cui all'art. 73, comma quinto, d.P.R. n. 309 del 1990, trovando i suoi presupposti in connotazioni oggettive - inerenti cioe` ai mezzi, modalita` e circostanze del fatto o alla qualita` e quantita` dello stupefacente - appare collegata ad elementi che incidono, nel senso di limitarla sensibilmente, sull'entita` della lesione del bene protetto, che inerisce all'interesse della collettivita` ad evitare la circolazione e la diffusione delle sostanze stupefacenti. Ne deriva che la sussistenza di uno dei parametri previsti per il riconoscimento dell'attenuante costituisce condizione necessaria, ma non sufficiente, quando la concreta configurazione di uno o piu` degli atri elementi normativi sia tale da rendere il fatto di entita` globalmente non lieve con riguardo all'oggettivita` giuridica del reato. (Nella specie la Cassazione ha ritenuto corretta la decisione del giudice di merito, che aveva denegato l'attenuante in questione, considerando che le caratteristiche di spaccio professionale inerenti alla condotta criminosa dell'imputato costituivano connotazioni intrinsecamente rilevanti di lesione e/o di messa in pericolo dell'interesse protetto ed escludevano quindi ogni giudizio di lieve entita` del fatto, indipendentemente dalle quantita` di stupefacente detenuto).    da vedere: Sen 09/09/1991 821 sez 5 Pen Sen 11/07/1991 7376 sez 6 Pen Sen 19/04/1991 4235 sez 1 Civ Sen 12/09/1991 9148 sez U Pen