Il reato di invasione di edifici di cui all'art. 633 c.p. si configura quando l'ingresso in un immobile altrui avvenga senza il consenso del legittimo possessore o detentore e senza la legittimazione conferita da una norma giuridica o da un'autorizzazione dell'autorità competente, a prescindere dall'uso di modalità violente. L'elemento soggettivo del reato è integrato dal dolo specifico, che sussiste sia quando l'agente abbia la finalità di occupare l'immobile, sia quando persegua un generico profitto, anche di natura non patrimoniale, come uno scopo dimostrativo. Il reato di interruzione di pubblico servizio di cui all'art. 340 c.p. può configurarsi anche quando la condotta determini una temporanea alterazione, oggettivamente apprezzabile, della regolarità di un singolo ufficio o servizio pubblico, senza necessariamente coinvolgere l'intera operatività della struttura. La turbativa del regolare funzionamento di un ufficio pubblico, così come l'interruzione anche parziale dell'attività lavorativa, integrano gli estremi del reato, a prescindere dalla possibilità per il personale di proseguire comunque nello svolgimento delle proprie mansioni. La condotta di violenza privata di cui all'art. 610 c.p. può essere integrata anche da comportamenti quali offese, minacce, spintoni e lancio di oggetti, che costringano la persona offesa ad uscire da un luogo contro la sua volontà, senza che sia necessario l'impedimento materiale dell'uscita.