Cassazione penale Sez. II sentenza n. 12623 del 25 marzo 2015

ECLI:IT:CASS:2015:12623PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La partecipazione ad un'associazione di stampo mafioso, anche se finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, integra sia il reato di associazione mafiosa ex art. 416-bis c.p. sia il reato di associazione finalizzata al traffico di droga ex art. 74 D.P.R. 309/1990, in quanto i due reati concorrono tra loro. La gravità indiziaria di tali reati, unitamente alla mancata rescissione del vincolo criminoso, giustificano l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, in ragione della presunzione relativa di sussistenza delle esigenze cautelari e della presunzione assoluta di adeguatezza di tale misura, anche dopo la sentenza della Corte Costituzionale n. 57/2013 che ha dichiarato l'incostituzionalità della presunzione di adeguatezza della custodia in carcere per i soli reati aggravati ex art. 7 D.L. 152/1991, ma non per il concorso esterno in associazione mafiosa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. ALMA M. M. - rel. Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la ordinanza n. 358/2014 in data 17/7/2014 del Tribunale di Caltanissetta in funzione di giudice del riesame;

visti gli atti, l'ordinanza e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere dr. ((omissis)) ALMA;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale dott. ANIELLO Roberto che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore dell'indag…

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