Cassazione penale Sez. V sentenza n. 19233 del 9 maggio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:19233PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel dichiarare inammissibile il ricorso avverso la sentenza di condanna per i reati di minaccia, violenza privata e lesioni aggravate, afferma che la responsabilità dell'imputato è fondata sulle dichiarazioni della parte lesa e di un teste oculare, le quali hanno trovato riscontro nelle risultanze processuali. La Corte esclude la configurabilità delle cause di giustificazione della legittima difesa e della provocazione, rilevando che l'imputato, pluripregiudicato, non ha prospettato concreti elementi favorevoli non valutati dai giudici di merito. Inoltre, la Corte ritiene del tutto legittimo il diniego delle attenuanti generiche, in considerazione della personalità dell'imputato e della gravità dei fatti commessi. Infine, la Corte afferma che il giudice di merito ha correttamente motivato il rigetto della richiesta di acquisizione dell'interrogatorio di garanzia dell'imputato, ritenendolo irrilevante ai fini della decisione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI Alfredo M. - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. PALLA Stefa - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1073/2009 CORTE APPELLO di ANCONA, del 25/10/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 15/04/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. STEFANO PALLA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore avv. (OMISSIS).

FATTO E DIRITTO

(OMISSIS) ric…

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