Il giudice di merito, nel valutare l'applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto di cui all'art. 131-bis c.p., deve considerare in modo complessivo e sinottico tutti gli elementi emersi dall'attività istruttoria, con particolare riguardo all'intensità del dolo, alla modalità della condotta e alla sua effettiva gravità, senza che sia necessaria l'esplicita disamina di tutti i criteri di cui all'art. 133 c.p., comma 1, essendo sufficiente l'indicazione di quelli ritenuti rilevanti. Inoltre, il giudizio di bilanciamento tra le circostanze attenuanti generiche e la recidiva contestata ai sensi dell'art. 99, comma 4, c.p. deve essere adeguatamente motivato, tenendo conto dell'atteggiamento collaborativo del reo, senza che possa essere censurato in sede di legittimità il mancato riconoscimento della prevalenza delle attenuanti, ove tale profilo non sia stato specificamente dedotto in sede di gravame.