Cassazione penale Sez. III sentenza n. 26438 del 24 giugno 2016

ECLI:IT:CASS:2016:26438PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare ai sensi dell'art. 274, comma 1, lett. c), c.p.p., può essere desunto dalla gravità dei fatti, dalle modalità della condotta, dalla disponibilità di armi e munizioni, dallo stato di disoccupazione e di assenza di stabile dimora dell'imputato, nonché dai suoi collegamenti con ambienti criminali, anche in assenza di nuovi elementi sopravvenuti rispetto a precedenti provvedimenti cautelari, atteso che la mera risalenza temporale dei reati, in assenza di oggettivi sintomi di resipiscenza o di dissociazione dal contesto illecito di riferimento, non è di per sé circostanza incompatibile con il pericolo di recidiva. Pertanto, il giudice può legittimamente disporre il mantenimento della custodia cautelare in carcere, ritenendo inidonea una misura meno afflittiva, come gli arresti domiciliari, a impedire la reiterazione dei reati, in ragione della personalità dell'imputato e della sua pericolosità sociale, desumibili dal complesso degli elementi acquisiti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GRILLO Renato - Presidente

Dott. DE MASI Oronzo - rel. Consigliere

Dott. DI NICOLA Vito - Consigliere

Dott. GENTILI Andrea - Consigliere

Dott. SCAECELLA Alessio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 17/9/2015 del Tribunale del Riesame di Trieste;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. DE MASI Oronzo;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. CENEVELLI Paolo, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Il Tribunale del Riesame di Trieste, con ordinanza in data 17/9/2015, ha respinto l'appello presen…

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