Cassazione penale Sez. I sentenza n. 42313 del 15 novembre 2007

ECLI:IT:CASS:2007:42313PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La sussistenza della aggravante della mafiosità, ai sensi dell'art. 7 della legge n. 203 del 1991, non può essere automaticamente desunta dalla mera appartenenza degli indagati a gruppi criminali contrapposti, essendo necessario accertare in concreto il nesso tra il reato contestato e le finalità tipiche dell'associazione mafiosa, quali l'intimidazione, il condizionamento e il controllo del territorio. Inoltre, ai fini della valutazione delle esigenze cautelari, il giudice deve tenere conto non solo della gravità del fatto e della pericolosità sociale dell'indagato, ma anche di elementi ulteriori, quali il lungo tempo trascorso dai reati e l'assenza di recenti precedenti o pendenze, che possano escludere il concreto pericolo di reiterazione del reato. La motivazione del provvedimento cautelare deve pertanto essere adeguata e logicamente coerente con tali criteri di valutazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MOCALI Piero - Presidente

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Consigliere

Dott. GIORDANO Umberto - Consigliere

Dott. GIRONI ((omissis)) - Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PUBBLICO MINISTERO PRESSO TRIBUNALE di CATANIA;

nei confronti di:

1) CO. RO. , N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 30/04/2007 TRIB. LIBERTA' di CATANIA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIORDANO UMBERTO;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. GIALANELLA Antonio, che ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

OSSERVA

Co. Ro. e' stato raggiunto da ordinanza di …

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