Il diritto di concessione demaniale marittima per uso turistico-balneare, pur essendo soggetto a scadenza e rinnovo, gode di una tutela costituzionale che impone al legislatore di prevedere forme di compensazione ragionevoli e appropriate per il concessionario uscente, al fine di evitare la violazione di diritti fondamentali come il diritto di proprietà, la libertà di iniziativa economica e il principio di uguaglianza. Pertanto, la revoca anticipata della concessione demaniale marittima, disposta per legge nazionale senza adeguata previsione di indennizzi o clausole sociali a tutela del concessionario uscente e del personale impiegato, può configurare una restrizione sproporzionata e non giustificata dal perseguimento degli obiettivi di interesse pubblico, in contrasto con i principi costituzionali e del diritto dell'Unione Europea. Il legislatore nazionale, nell'esercizio della delega conferita, è tenuto a definire criteri uniformi per la quantificazione dell'indennizzo da riconoscere al concessionario uscente, al fine di assicurare un giusto bilanciamento tra l'interesse pubblico alla riallocazione delle concessioni demaniali marittime e la tutela delle posizioni giuridiche soggettive dei concessionari, in conformità ai principi di proporzionalità e di tutela dell'affidamento.