Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto dalla ricorrente avverso le ordinanze di demolizione emesse dal Comune, afferma che: 1. L'installazione di condizionatori rientra nel regime dell'edilizia libera ai sensi dell'art. 6 del D.P.R. n. 380/2001 e dell'art. 1, comma 2, del D.Lgs. n. 222/2016, e al più necessita di autorizzazione paesaggistica semplificata ai sensi del D.P.R. n. 31/2017, senza che possa essere disposta la demolizione in assenza di accertata incompatibilità paesaggistica. 2. La realizzazione di un piccolo terrazzo e di una scala interna costituiscono interventi di manutenzione straordinaria ai sensi dell'art. 3, comma 1, lett. b) del D.P.R. n. 380/2001, per i quali è sufficiente la presentazione di una Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata (CILA) ai sensi dell'art. 6-bis del medesimo decreto, senza che possa essere disposta la demolizione. 3. Gli eventuali ampliamenti dei locali cucina e bagno, già oggetto di accertamento in sede penale con esito favorevole per la ricorrente, rientrano al più nella fattispecie della CILA, sanzionabile solo in via pecuniaria ai sensi dell'art. 6-bis, comma 5, del D.P.R. n. 380/2001, senza possibilità di demolizione. 4. La mancata notifica delle ordinanze demolitorie alla ricorrente, accertata dal Tribunale, determina l'illegittimità di tali provvedimenti. In conclusione, il Tribunale Amministrativo Regionale annulla le ordinanze di demolizione emesse dal Comune, in quanto le opere contestate rientrano in fattispecie di edilizia libera o di manutenzione straordinaria, sanzionabili al più in via pecuniaria, e le ordinanze sono state adottate in violazione del principio del giusto procedimento per mancata notifica.