Cassazione penale Sez. II sentenza n. 46765 del 15 ottobre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:46765PEN

Massima

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Il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso si configura quando l'agente, anche senza esplicite minacce o violenze, evoca il proprio inserimento in un contesto criminale organizzato, sfruttando la forza intimidatrice derivante dalla notorietà e dal radicamento territoriale dell'associazione mafiosa di riferimento. Ai fini del riconoscimento di tale aggravante, non è necessaria la prova dell'appartenenza dell'agente all'associazione criminale, essendo sufficiente che la condotta estorsiva sia connotata dall'utilizzo di modalità tipiche dell'agire mafioso, come l'imposizione del "pizzo" in occasione dell'apertura di un nuovo esercizio commerciale in una zona controllata dalla criminalità organizzata. La valutazione della credibilità e attendibilità delle dichiarazioni della persona offesa, anche se costituita parte civile, può essere effettuata dal giudice di merito senza necessità di riscontri esterni, purché la motivazione sia logica e coerente con le emergenze processuali. La concessione delle circostanze attenuanti generiche è rimessa alla discrezionalità del giudice, il quale può motivatamente escluderle sulla base della gravità del fatto e della personalità del reo, desumibile anche dai precedenti penali. Infine, l'applicazione della recidiva facoltativa richiede una specifica motivazione, che può essere anche implicita, in ordine all'accresciuta pericolosità del soggetto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. BORSELLINO Maria Daniela - Consigliere

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 19/05/2017 della CORTE APPELLO di PALERMO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa RECCHIONE SANDRA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. DALL'OLIO MARCO che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' di tutti i ricorsi.

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