Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 36388 del 5 settembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:36388PEN

Massima

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La falsificazione della targa automobilistica, mediante occultamento o distruzione, integra il reato di cui agli articoli 490 e 477 del codice penale, in quanto la targa rientra nella categoria delle certificazioni amministrative. Tale principio è stato affermato in modo consolidato dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione, la quale ha costantemente riconosciuto che la manomissione o la distruzione della targa, quale elemento identificativo del veicolo, costituisce una forma di falsificazione documentale sanzionata penalmente. Il reato in questione, punito con la pena massima di tre anni di reclusione, è soggetto a un termine di prescrizione di sei anni, aumentato della metà in presenza di recidiva specifica reiterata. Pertanto, la condotta di occultamento o distruzione della targa di un'autovettura, anche se precedentemente rubata, integra gli estremi del delitto di falsificazione di certificazioni amministrative, senza che rilevi la natura meramente accessoria o strumentale della targa rispetto all'identificazione del veicolo. La giurisprudenza ha costantemente affermato tale principio, ritenendo che la targa, pur essendo un elemento identificativo del mezzo di trasporto, riveste comunque la qualità di certificazione amministrativa, la cui falsificazione è penalmente rilevante.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIRENA ((omissis)) - Presidente

Dott. FOTI Giacomo - rel. Consigliere

Dott. BIANCHI Luisa - Consigliere

Dott. MASSAFRA Umberto - Consigliere

Dott. SAVINO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS),

avverso la sentenza n. 3240/2010 CORTE APPELLO di PALERMO, del 13/10/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 26/03/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIACOMO FOTI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito il difensore avv. (OMISSIS) in sostituzione dell'avv. (Ndr: testo originale non comprensibile) …

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