Cassazione penale Sez. V sentenza n. 18799 del 2 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:18799PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La condanna penale non può fondarsi su elementi di prova insufficienti o illogicamente valutati, in particolare quando la persona offesa non riconosce la voce di chi l'ha minacciata e non vi sono altri elementi concreti che colleghino inequivocabilmente il reato all'imputato. La mera circostanza che il telefono utilizzato per le minacce sia riconducibile all'imputato non è sufficiente a provarne la responsabilità, soprattutto se vi sono elementi che ne escludono la possibilità di utilizzo dello stesso, come l'ictus che gli avrebbe impedito l'eloquio o lo smarrimento del telefono. In tali casi, l'insufficienza e l'illogicità della motivazione della condanna comporta l'annullamento della stessa e la declaratoria di estinzione del reato per intervenuta prescrizione, con rinvio al giudice civile per le statuizioni risarcitorie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. SCARLINI Enrico V - rel. Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 03/02/2016 della CORTE APPELLO di CATANZARO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. SCARLINI ENRICO VITTORIO;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. DI LEO GIOVANNI, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
Udito il difensore.
RITENUTO IN FATTO
1 - Con sentenza del 3 febbraio 2016, la Corte di appello di Catan…

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