Cassazione penale Sez. V sentenza n. 20530 del 13 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:20530PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p. si caratterizza per l'utilizzazione da parte degli associati dell'intimidazione nascente dal vincolo associativo e per la condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva. La tipicità della fattispecie si coglie non tanto negli scopi avuti di mira dai consociati, che possono essere anche leciti, ma nelle modalità "mafiose" con cui l'associazione concretamente si manifesta, attuando l'intimidazione e ingenerando conseguentemente, nei terzi, quella situazione di soggezione che può derivare anche soltanto dalla conoscenza della pericolosità del sodalizio di stampo mafioso. Ai fini dell'integrazione della condotta di partecipazione all'associazione di tipo mafioso, non è necessario che ciascuno dei membri del sodalizio si renda protagonista di specifici atti esecutivi della condotta criminosa programmata, poiché il contributo del partecipe può consistere anche nella sola dichiarata adesione all'associazione, purché non si limiti ad una semplice adesione morale meramente passiva ed improduttiva di effetti al sodalizio mafioso, ma si concretizzi in una permanente ed incondizionata offerta di contributo, anche materiale, in favore di esso, con messa a disposizione di ogni energia e risorsa personale per qualsiasi impiego criminale richiesto. L'accertata partecipazione di determinati soggetti ai reati-fine effettivamente realizzati rileva nel giudizio relativo all'esistenza del vincolo associativo soltanto sul piano probatorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. BELMONTE Maria T. - rel. Consigliere

Dott. ROMANO Giulio - Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta M. - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 21/07/2017 della CORTE APPELLO di MESSINA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. MARIA TERESA BELMONTE;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. SPINACI SANTE, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata, la Corte di Appello di MESSINA confermava la decisione del tribunale di quella …

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