Cassazione penale Sez. I sentenza n. 49271 del 21 novembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:49271PEN

Massima

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Il dolo di tentato omicidio può essere desunto in via indiziaria da elementi esterni della condotta, quali la natura del mezzo usato, le parti del corpo della vittima attinte e la reiterazione dei colpi, in base a regole di esperienza che consentano di inferire l'esistenza dell'animus necandi. L'attenuante della provocazione, pur non richiedendo i requisiti di adeguatezza e proporzionalità, non sussiste quando la sproporzione tra il fatto ingiusto altrui e il reato commesso sia talmente grave e macroscopica da escludere lo stato d'ira o il nesso causale tra il fatto ingiusto e l'ira. Il giudice che concede le attenuanti generiche non è tenuto a disporre la riduzione nella misura massima, essendo necessaria soltanto l'indicazione specifica, tra i criteri oggettivi e soggettivi enunciati dall'art. 133 c.p., di quelli ritenuti rilevanti ai fini di tale giudizio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. SARACENO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - rel. Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. il (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 6464/2014 CORTE APPELLO di NAPOLI, del 19/02/2015;
udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ESPOSITO Aldo;
udite le conclusioni del Procuratore Generale, in persona della Dott.ssa LOY Francesca, che chiedeva dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 19/02/2015 la Corte di appello di Napoli, in riforma della sentenza del G.I.P. del Tribunale di S. ((omissis)) del 04/02/2014, previa concessio…

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