Cassazione penale Sez. I sentenza n. 44888 del 16 novembre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:44888PEN

Massima

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La legge di indulto, nel prevedere l'esclusione dal beneficio per talune fattispecie delittuose, opera una selezione specifica e chiusa, comprendendo sia i delitti consumati che quelli tentati, qualora espressamente richiamati dalla norma di esclusione. Pertanto, l'interpretazione estensiva che equipara le ipotesi di delitto tentato a quelle di delitto consumato, ove la norma non lo preveda espressamente, è preclusa, dovendo il giudice attenersi al chiaro dettato normativo, senza ampliarne l'ambito applicativo in assenza di espressa previsione legislativa. La scelta del legislatore di escludere taluni reati dall'indulto, in ragione del maggior disvalore sociale ad essi correlato e del più severo trattamento sanzionatorio previsto, non consente interpretazioni analogiche o estensive, dovendo il giudice applicare la legge di clemenza nel rispetto del principio di tassatività delle cause di esclusione, senza possibilità di estenderne l'ambito applicativo a fattispecie non espressamente richiamate.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. BONITO Francesco - rel. Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 374/2011 TRIBUNALE di ((omissis)), del 03/11/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO MARIA SILVIO BONITO;

lette le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), il quale ha chiesto la riqualificazione del ricorso come opposizione.

RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO

1. Con ordinanza depositata il 3 novembre 2011 il Tribunale di ((omissis)),…

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