Consiglio di Stato sentenza n. 6258 del 2018

ECLI:IT:CDS:2018:6258SENT

Massima

Generata da Simpliciter
Il ritardo della pubblica amministrazione nel rilascio di un permesso di costruire in variante non dà luogo a risarcimento del danno qualora il privato richiedente non abbia la disponibilità giuridica dell'intera superficie fondiaria necessaria per realizzare l'intervento edilizio, in quanto parte di essa sia stata già oggetto di procedura espropriativa, anche se non ancora definitivamente acquisita al patrimonio comunale. In tal caso, infatti, difetta la prova del nesso di causalità tra il ritardo e il danno lamentato, nonché l'ingiustizia del danno stesso, atteso che la minore volumetria autorizzata nel permesso di costruire in variante è mero riflesso della ridotta superficie edificabile. Inoltre, il privato che ometta di rappresentare all'amministrazione la situazione giuridica dell'area oggetto dell'intervento edilizio, di cui era o avrebbe dovuto essere a conoscenza, non può invocare la responsabilità da ritardo della pubblica amministrazione, in quanto la sua condotta colpevole impedisce la predicabilità del risarcimento. Infine, il privato che non abbia attivato alcun rimedio giurisdizionale per contestare l'inerzia amministrativa non può successivamente lamentare il ritardo nel rilascio del titolo edilizio, in quanto tale condotta omissiva è ascrivibile a sua colpa, in applicazione del principio di solidarietà sociale di cui all'art. 2 Cost.

Sentenza completa

Pubblicato il 05/11/2018

N. 06258/2018REG.PROV.COLL.

N. 09057/2013 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Quarta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 9057 del 2013, proposto da Icobe s.r.l., in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentata e difesa dagli avvocati ((omissis)) e ((omissis)), con domicilio eletto presso lo studio ((omissis)) in Roma, via Sardegna, 14;

contro

Comune di Altamura, in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentato e difeso dall'avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso il suo studio in Roma, via ((omissis)), 30;

per la riforma

della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia – Sede di Bari,…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.