Il custode o il proprietario di un veicolo sottoposto a sequestro amministrativo ai sensi dell'art. 213 del Codice della Strada, che circola abusivamente con il mezzo, risponde sia dell'illecito amministrativo previsto dal comma 4 della medesima disposizione, sia del reato di sottrazione o deterioramento di cose sottoposte a sequestro di cui all'art. 334 c.p., salvo i casi marginali di oggettiva inoffensività della condotta o di assenza dell'elemento soggettivo. La circolazione non autorizzata del veicolo sequestrato integra di per sé la condotta di "sottrazione" ex art. 334 c.p., in quanto il bene esce dalla sfera giuridica della procedura ablatoria per entrare in quella di fatto e privatistica dell'utilizzatore, con conseguente incidenza negativa sulla regolarità della procedura cautelare. Inoltre, la circolazione può comportare anche il deterioramento del veicolo, da valutarsi in concreto dal giudice di merito in base alla durata e alle condizioni di utilizzo. Qualora a circolare con il veicolo sequestrato sia una terza persona, il custode risponderà del reato di cui all'art. 334 c.p., comma 1, se ha voluto favorire il proprietario, ovvero del reato di cui all'art. 335 c.p. se ha colposamente agevolato la sottrazione; il proprietario-custode risponderà del reato di cui all'art. 334 c.p., comma 2, o, in caso di mera colpa, di quello di cui all'art. 335 c.p. Il terzo non proprietario né custode che circoli con il veicolo sequestrato risponde del solo illecito amministrativo, salvo che non abbia concorso nella sottrazione del bene.