Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 12815 del 2 aprile 2021

ECLI:IT:CASS:2021:12815PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando dei poteri e della posizione rivestita nella pubblica amministrazione, induce un privato a dargli o promettergli una somma di denaro per evitare prospettate ripercussioni e disagi burocratici, commette il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità. In tali casi, la gravità indiziaria può essere desunta dalle dichiarazioni della persona offesa, dal tenore delle conversazioni intercorse tra le parti e dagli esiti delle operazioni investigative, senza che sia necessario un approfondimento sulla versione difensiva non adeguatamente riscontrata. Inoltre, il mero decorso del tempo non è sufficiente a far venir meno le esigenze cautelari, dovendo il giudice valutare la persistente attualità del pericolo di reiterazione del reato sulla base degli elementi concreti del caso, come le modalità della condotta criminosa, espressive di una disponibilità ad asservire la funzione pubblica a finalità personali di profitto secondo un presumibile modus operandi non occasionale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. RICCIARELLI Massimo - Presidente

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. GIORGI M. - rel. Consigliere

Dott. ROSATI Martino - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedet - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 19/11/2020 del Tribunale di Salerno, sezione riesame;
Visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Maria Silvia Giorgi;
lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Cimmino Alessandro, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale del riesame di Salerno, con provvedimento del 19/11/2020,…

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