Cassazione penale Sez. II sentenza n. 12212 del 24 marzo 2015

ECLI:IT:CASS:2015:12212PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando, mediante minaccia, l'agente costringe la vittima a consegnare una somma di denaro, anche se tale dazione si inserisce in un contesto di pregressi rapporti sessuali e di dipendenza della persona offesa. La mancata contestazione di un ulteriore reato, come il sequestro di persona, non esclude la sussistenza degli elementi costitutivi dell'estorsione, atteso che gli stessi possono essere desunti da un complessivo e coerente quadro probatorio, senza che sia necessaria la prova di ogni singolo atto di costrizione. Pertanto, la valutazione atomistica e parcellizzata degli elementi di prova, senza un adeguato apprezzamento del loro valore indiziario complessivo, determina un vizio di motivazione della sentenza di assoluzione, che deve essere annullata e rinviata ad altro giudice per un nuovo esame della responsabilità dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. MACCHIA A. - rel. Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovann - Consigliere

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. CARRELLI PALOMBI Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI ROMA;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 8623/2013 CORTE APPELLO di ROMA, del 07/04/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 17/03/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MACCHIA ALBERTO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. SCARDACCIONE Eduardo, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

OSSERV…

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