Cassazione penale Sez. V sentenza n. 19356 del 4 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:19356PEN

Massima

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Il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione non richiede il nesso causale tra la condotta distrattiva e il successivo fallimento, essendo sufficiente che l'agente abbia cagionato il depauperamento del patrimonio sociale, destinandone le risorse ad impieghi estranei all'attività d'impresa. Ai fini della sussistenza del reato di bancarotta impropria, è invece necessario che la condotta dolosa dell'amministratore abbia causato il fallimento, non essendo sufficiente la mera distrazione o dissipazione di beni sociali. Tuttavia, è possibile il concorso materiale tra i reati di bancarotta fraudolenta e bancarotta impropria, qualora siano accertati differenti ed autonomi comportamenti dolosi che, oltre ad integrare gli specifici schemi della bancarotta ex art. 216 l. fall., siano stati causa del fallimento. La piena consapevolezza dello stato di insolvenza da parte dell'amministratore di fatto può desumersi da elementi quali la nomina in rapida successione di più amministratori di diritto dietro compenso, la situazione della documentazione contabile e la diretta esecuzione materiale di atti distrattivi. La mancata rinnovazione dell'istruzione dibattimentale in appello, pur essendo un potere discrezionale del giudice, può costituire vizio di legittimità solo in caso di prove sopravvenute o scoperte dopo la sentenza di primo grado, non essendo sufficiente la semplice richiesta della difesa. Infine, la decadenza dalla prova testimoniale per mancata citazione dei testi senza giustificato motivo è legittima, così come la valutazione di superfluità della prova, se adeguatamente motivata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO ((omissis)) - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterina - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - rel. Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 18/10/2016 della Corte di appello di Genova;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)), che ha concluso chiedendo l' inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO

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