Il reato di truffa aggravata si configura quando l'agente, mediante artifici e raggiri, induce in errore la persona offesa inducendola a compiere un atto di disposizione patrimoniale a proprio vantaggio, realizzando il profitto illecito attraverso una condotta protratta nel tempo che si concretizza nell'appropriazione definitiva del denaro investito, anche attraverso la restituzione a sé medesimo del capitale sociale della società utilizzata per la realizzazione della condotta fraudolenta, senza alcuna informativa agli investitori. Il momento consumativo del reato non si esaurisce nel mero conferimento del denaro da parte della persona offesa, ma perdura fino all'effettivo conseguimento del profitto illecito da parte dell'agente e alla definitiva perdita dello stesso da parte del raggirato. Pertanto, la qualificazione giuridica del fatto come truffa aggravata e non come appropriazione indebita è corretta, non essendo ancora intervenuta la prescrizione del reato al momento della pronuncia della sentenza.