Il provvedimento di sospensione dei lavori adottato dalla Regione Campania ai sensi dell'art. 97 del D.P.R. 380/2001 è inammissibile per carenza di interesse, qualora i lavori oggetto del provvedimento risultino già completati al momento dell'adozione dello stesso. In tal caso, infatti, il provvedimento di sospensione è privo di effetti concreti e l'interessato non può ricavare alcuna utilità dall'eventuale annullamento dello stesso, venendo meno la necessaria condizione del ricorso. La mancanza di interesse all'impugnazione comporta l'inammissibilità del ricorso, con compensazione delle spese di giudizio, in considerazione della definizione in rito della controversia. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che il provvedimento di sospensione dei lavori adottato dalla pubblica amministrazione è inammissibile per carenza di interesse qualora i lavori risultino già completati al momento dell'adozione dello stesso. In tali casi, infatti, il provvedimento è privo di effetti concreti e l'interessato non può trarre alcuna utilità dall'eventuale annullamento dello stesso, venendo meno la necessaria condizione del ricorso. L'inammissibilità del ricorso per difetto di interesse determina la compensazione delle spese di giudizio, in considerazione della definizione in rito della controversia. La massima si fonda sull'analisi della sentenza, che evidenzia come il provvedimento di sospensione dei lavori fosse stato adottato "qualora in atto", ma in realtà i lavori risultassero già completati al momento dell'emissione dello stesso. In tale contesto, il Tribunale ha rilevato l'assenza di un interesse concreto ed attuale dell'interessato all'impugnazione del provvedimento, in quanto l'eventuale annullamento dello stesso non avrebbe potuto produrre alcuna utilità. Pertanto, la mancanza di tale condizione necessaria per la proposizione del ricorso ha determinato la declaratoria di inammissibilità dello stesso, con compensazione delle spese di giudizio.