Cassazione penale Sez. V sentenza n. 36037 del 19 settembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:36037PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni mobili e immobili, nonché di attività commerciali, è legittimo quando sussistono gravi indizi di colpevolezza a carico dell'indagato per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa e quando i beni risultano sproporzionati rispetto ai redditi lecitamente percepiti dall'indagato e dai suoi familiari. Ciò anche quando i beni risultino formalmente intestati a terzi, ma nella disponibilità effettiva dell'indagato, il quale li abbia utilizzati per riciclare i proventi di attività illecite, quali l'usura e il finanziamento del sodalizio mafioso di appartenenza. In tali casi, la motivazione del provvedimento cautelare reale, che evidenzi in modo analitico gli elementi indiziari a carico dell'indagato e la sproporzione tra i beni e i redditi leciti, è immune da vizi di illogicità o travisamento della prova, non essendo censurabile in sede di legittimità se non per violazione di legge o mancanza assoluta di motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Consigliere

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) SI. SRL;

2) GA. VI., N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 10/12/2007 TRIB. LIBERTA' di CATANIA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARASCA GENNARO;

Udito il Pubblico Ministero in persona del Dott. MURA Antonio, che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso;

Udito il difensore dell'indagato avvocato FRIGILIO GIANCARLO, che ha concluso per l'ann…

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